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Il Superuomo

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Caro lettore, il mio racconto oggi sarà breve, ma rimango stupita tutte le volte che lo ripeto, sì, ogni persona che ho incontrato se l’è dovuto sorbire, con annesse postume e tardive riflessioni.

Oggi ho deciso di tornare in palestra (e sì, mi hanno riconosciuta…)

“Hai mangiato stavolta o mi cadi per terra?”

aaaaaapposto!

Mi cambio, vado in sala per prepararmi allo sfiancantissimo corso Music Mix Up e vedo MisterMuscoloFascinoso seduto su una sedia che fa coreografie hip hop assurde con le mani.

“Vieni” mi dice “Ti insegno!”

Un po’ ci ho provato ad imparare, dopo un po’ non capivo più quale fosse la destra, e quale la sinistra, ma ok…

“Oggi sono stanco, sai? Faccio fatica, senza apparecchio, devo leggere il labiale…”

“E con la musica come fai?”

“Sento le vibrazioni…”

NO VABBE’!

Io mi sento una superdonna se non brucio una torta e tu fai il ballerino professionista captando le onde sonore? Mi sento insulsa!

*Durante la lezione*

Parte una canzone, lui si ferma e dice “Ma che cos’è?”

si avvicina allo stereo, cambia canzone, mette una mano sugli step per sentire come vibrano e afferma “Questa ci sta!” e comincia a ballare.

Guarda, il lato tenero di me un pochino ti ama.

N.

P.S.: un affettuoso Buon Compleanno a G.

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GelaGiorno

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Ok, la giornata è cominciata male, è cominciata alle 4 di notte quando mi sono svegliata di soprassalto dopo un incubo già fatto tipo 5 anni fa e anche qui non sono riuscita a salvarmi, mi passa l’ansia, mi riaddormento e ne faccio un altro… mi dico, ok la giornata non sarà delle migliori, ma proviamoci..

Come soluzione allo sconforto mattutino ho trovato la voglia di gelato, sì, gelato… Bridjet Jones oggi mi fa un baffo, può andare in pensione e far finta di non averlo nemmeno girato il film.

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Una bella coppa di gelato tornando verso casa, nonostante addosso avessi una camicia, un magione di lana e un cappotto, per sentirmi un po’ più nel mood mi sono messa gli occhiali da sole, tanto per fugare qualsiasi dubbio sul fatto che oggi io sia una disadattata bella e buona.

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Cari gelatai di tutta Italia, mi rivolgo a voi forse perché ho proprio voglia di prendermela con qualcuno oggi, se vengo nel vostro bel negozietto in centro, che non so perchè tenete aperto anche a dicembre, e vi dico “Un cono con pistacchio e nocciola” vuol dire che prima mi dovete mettere il pistacchio e POI la nocciola, se non fosse chiaro la nocciola sopra il pistacchio, così quest’ultimo, mentre mangio il primo, si scioglie e finisce nel cono, così, piacendomi di più mi rende una persona un po’ più felice e un po’ meno pazza non potete fare il contrario! Perché in giorni come questi, poi, il gelato mi passa la voglia di mangiarlo!!!

 

*Un bel respiro*

Mi sono calmata solo nelle 3 ore del laboratorio di informatica, anche se per me l’HTML potrebbe benissimo essere una linea di vestiti creata per H&M da Timberlake e Lil Wayne…

Oh, è rimasto un po’ di gelato della domenica, ti lascio caro lettore, mi scofano anche quello… forse a pensarci bene ho bisogno di coccole… Sarà che anche CJ oggi aveva il broncio…

Sto impazzendo…

N.

 

Ci vuole il fisico

Avete presente quella canzone di Carboni che fa ci vuole un fisico bestiale sai, anche per bere e per fumare…?

Ecco, il fisico ci vuole sul serio, ma non solo per bere e per fumare, che fegato e polmoni non è che li trovi al supermercato, ma ci vuole il fisico per:

PASSARE GLI ESAMI

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O anche solo avere il coraggio di andare lì e darli, in effetti…

Comincia la sessione e tu il libro, fino a quel momento l’hai aperto, hai guardato l’indice, ti sei spaventato e fine del vostro rapporto. Cominci a scrivere piani di studio impeccabili, con pause di 5 minuti ogni 8 ore e la voglia, o almeno l’intenzione, di fare tutto il libro quindici volte… e poi, oh, una mosca, oh il divano, oh del cioccolato (ho bisogno di energie, non ho ancora digerito il pranzo, vuoi mica che svenga? Oh wow Barbara D’Urso in tv!!!!. 😀

No, forse la D’Urso è troppo…

Comunque rimani lì per un paio di settimane in una sorta di bolla temporale che non ti fa capire più che ore siano, il pranzo si fa alle 4 e la cena boh, finché arrivi al giorno fatidico, il giorno in cui sai di aver studiato e non ricordi niente. L’indice a memoria, eh, ma il resto no.

Fai quel maledetto esame e tunk un peso si solleva dallo stomaco, pronto a tornare il giorno dopo perché oh, forse la sei potevo farla meglio, contestualizzazioni… esiste come parola? 

E poi impazzisci

RIPRENDERE A SCIARE

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Ditemi quello che volete, io lo snowboard non lo toccavo da tipo 8 anni e per me è stato un trauma, ho preso talmente tante botte alle ginocchia che la sera a casa erano blu. Un blu di quelli belli però, con qualche chic sfumatura viola e la consapevolezza di aver perso completamente l’allenamento, non che probabilmente i riflessi e i muscoli delle gambe, per cadere così tanto, qualcosa che non va ci dev’essere…

ANDARE IN PALESTRA

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Con le stesse ginocchia blu della domenica, ovviamente fare esercizio non è facile e soprattutto non è facile se pensi ehi dai, non mangio che sennò poi mi rimane tutto sullo stomaco…

Meglio sullo stomaco che avere MisterMuscoloFascinoso che ti solleva da terra perchè sei svenuta mentre balli il raggaeton, e che cavolo!

“Scusate, non ho mangiato…”

“…”

E ti sbattono la porta in faccia perché non è possibile raggiungere un livello tale di stupidità, tra parentesi in palestra non ci sono più tornata

a. perché me ne sono successe di tutti i colori

b. qualcuno potrebbe riconoscermi

TOGLIERE I DENTI DEL GIUDIZIO

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Io non so a che cacchio servano quei denti, cosa sono tipo i rimasugli di un’evoluzione atavica in cui i primitivi acquisivano poteri particolari con quattro denti in più? Se ho masticato fino a ieri che me ne faccio di quattro denti in più che il 90% delle volte in bocca nemmeno ci stanno e ti fanno andare da quel dentista che dopo 4 traumatici anni di apparecchio speravi di non rivedere mai più?!

Sì è toccata anche a me, arrivo dal Dottore, mi fa l’anestesia, mi si gonfiano la lingua e il labbro inferiore: non riesco a parlare, al massimo biascico.

“Dobbiamo toglierli tutti e 4 tanto, scegline uno a caso.”

“Keshsto”

La fine.

“Ah bastardo, non esce, mi fa inc… ” zzzzz shhh krrr ttttt tok tak pum prrrrrrrrr

“Aaaa”

“Male?”

“Aaaaa”

“Soffri tranquilla.”

…Che cosa vuol dire soffri tranquilla?

Poi era lì, davanti a me, l’ho visto, il bastardo che poco dopo è finito nella spazzatura… La mia iniziale euforia è finita quando il giorno dopo mi sono svegliata con la faccia che era il quintuplo e mio fratello di quattro anni che mi guarda e mi dice

“Cosa stai mangiando?”

“Niente…”

“Ah… sei solo gonfia?”

“Sì”

“Sembri una patata…”

“Sono bruttissima…”

“Sì, ma non ti preoccupare”

E giù di OKI.

 

Ora perdona la mia assenza, caro lettore, ma tra una cosa e l’altra mi sono persa un po’, comprendimi.

Spero di tornare ad assillarti tanto quanto prima e anche di più…

N.

 

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Venia.

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Caro lettore,
Perdonami, sono costernata dal dolore di averti dovuto, per necessità,abbandonare in questi giorni. La mia vita Universitaria mi costringe ad avere solo lei a non potermi riconciliare con la tanto amata Normale, ma tornerò presto, te lo prometto, ne ho viste di tutti i colori, credo che dovrò fare una mappa concettuale per non dimenticare niente, quindi non abbandonarmi…
Con tutto l’amore del mondo,
N.

Sventure al bar: Day 1

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Caro lettore, oggi ti presento CJ, la mia compagna di sventure universitarie che oggi è stata fonte inesauribile di ispirazione.
Per mia disgrazia, o per tremenda fortuna del mio ragazzo, ho la voce bassa, roca al che , appena entrate nel solito bar, il cassiere mi fa “hai perso la voce?” E io, reduce da un sacco di domande di questo tipo, ho risposto “sisi, mi sono raffreddata a Londra…” E lui “ti sta benissimo!” Al che mi sono gasata!
Oggi stesso bar, stesso cassiere, stessa compagna di sventure.. Avendo capito che avrei frequentato il solito posto almeno per i prossimi sei mesi, non so perché mi è venuta un botta di onestà e ho pensato di dovergli dire la verità… (Anche perché se mi dici che il tono basso mi sta bene, io mi carico!) dato che continuava a chiedermi come stesse la mia gola…
CJ: dobbiamo dirti un segreto…
B:ma i segreti non si dicono…
CJ: ma così non ti fai più figure di merda…
*barista nel panico che si gira di scatto con gli occhi spalancati e molla tutti i caffè*
Mi guarda tutto serio e mi fa
“sei trans?”
Mi sono fatta una sana, grassa risata…
“No è che parlo sempre così…e poi ieri mi hai detto che stavo bene… Non so più a cosa credere..”
Dopodiché caffè, brioche, succo di frutta..ci alziamo e andiamo a pagare, mossa da non so quale tipo di curiosità CJ decide di buttarsi e chiedere:
“Come ti chiami?”
B:”Alfredo.”
CJ:”… Ma smettila!!!”
*barista sconcertato rimane in silenzio basito…*
CJ uscita dal bar per vergogna verso se stessa torna dentro e gli chiede
“No dai davvero, come ti chiami?”
B:” Luca, mi chiamo Luca…”
Secondo me si chiama Alfredo e si è offeso.
A domani la prova per capire come si chiami veramente… Stay Tuned!
N.

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Li vedi subito…

Quelli strani, quelli un po’ fuori dal mondo, li vedi subito… Quelli che non sanno nemmeno da dove cominciare e ti si avvicinano, un po’ gobbi e un po’ impauriti, quasi a voler dire io quelle come te si insomma le donne… Pensavo stessero solo a Narnia e che come la strega cattiva ghiacciassero tutti quindi… C’ho paura.
Tu li vedi, li squadri: occhiale tattico, tondo, i più audaci si danno al rettangolare, il capello un po’ unto e lo sguardo da bambi… “Ciao…” Dici, magari si sblocca… Lui sgrana gli occhi, tra un po’ credi possa urlare “SPECCHIORIFLESSO! Ho un Phon nella borsa, se mi congeli mi scongelo!” poi per qualche strano motivo decidono di presentarsi, un picco di coraggio e così la vedi che si avvicina inesorabile, viscida e subdola… la mano morta provi a stringerla, ma scivola un’anguilla umida appena tirata fuori dall’acquario, abbozzi un sorriso, ma pensi “la-scia-mi la ma-no… Poi parliamo..”
Che poi magari ci parli sul serio e non sono male, sono anche simpatici, molto più gentili di quelpezzodignoccoallucinantechehaivistoieri, ma è l’entrata in scena che rovina, che ti fa dire notipregoprendilei quindi, di grazia, per favore uomini di tutto il mondo… Ci piacete, ci piacete timidi, impavidi, bruni, biondi, coraggiosi, un po’ vigliacchi e se vi capita anche un po’ stronzi… Ma queste piccole cose evitatele, non dico di doversi presentare come i fotomodelli che, a poterlo fare, dopo averli osservati attentamente per un po’, li prenderei a testate… Ma la manina, almeno la manina vi prego… E dritticonlaschiena!!!

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Piccole cose…

Capita di passare una di quelle giornate così, in cui sembra che tutte le piccole cose vadano per il meglio: si riescono a scegliere subito i vestiti adatti, l’occhio destro, una volta truccato, è uguale al sinistro, si trova subito parcheggio, eviti una multa, il caffè è più buono del solito, la tua brioche è stata appena sfornata, non fa troppo freddo e viene fuori anche un po’ di sole, così puoi permetterti di camminare con un sorriso stupido stampato in faccia che la gente non si sa spiegare, ma va bene così, quasi quasi ti sentì anche un po’ più alta e non importa neanche se ti sei appena resa conto che il tuo articolo pecca in punteggiatura in quanto di punti non ce ne sono proprio, perché oggi va così, perché oggi non hai perso il pullman, non ti si sono slacciate le all star e il raffreddore se ne sta andando, oggi va bene così, perché queste piccole cose fanno di una giornata qualsiasi, una grande giornata…

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Non vogliamo le vostre poltrone, solo le nostre sedie.

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Questa è la frase efficace e provocatoria che gli studenti di palazzo nuovo di Torino hanno scritto su uno striscione poi attaccato ad uno dei muri dell’atrio come simbolo della loro protesta nei riguardi dei problemi della distribuzione degli studenti nelle aule.
Quello di cui si è largamente discusso negli ultimi giorni, anche su testate importanti come “La Stampa” è un problema che agli universitari torinesi è ormai noto da tempo: troppe persone in aule troppo piccole, così girando per i corridoi la mattina si possono notare persone che per seguire il corso in svolgimento stanno sedute fuori dall’aula per ascoltare quello che viene detto dentro. Una cosa inaccettabile oltre ad essere assolutamente distante da qualsiasi norma di sicurezza, così, oggi più di un centinaio di studenti ha deciso di dare silenziosamente voce al problema sedendosi per terra nell’altro dell’ateneo e discutendo di ciò che avevano notato o di ciò che non andava bene; sono venute fuori frasi a dir poco sorprendenti, come “ciao ragazzi volevo solo dirvi che facciamo lezione in 100 in un’aula in cui ci starebbero 400 persone.” incapacità organizzativa? Mancanza di elementare intuizione? Pigrizia? Menefreghismo? Non si sa; comunque pare che l’assemblea abbia distrubato sufficientemente i piani alti, forse qualcosa cambierà…

Le mezze stagioni

“Eh… Le mezze stagioni… Non esistono più, tutta colpa del riscaldamento globale…” Maledetti… Maledetti… vogliamo parlare del tempo di questi giorni? Ok, lo so, il tempo è un argomento banale di cui si parla quando, in realtà, non si ha niente, ma proprio niente da dire…
Eppure mi trovo in dovere di affrontare il problema

Questo è uno di quei periodi dell’anno in cui guardi fuori e dici “beh… Siamo a metà ottobre, fa freddo: mi vesto!” No cari, no! perché quando uscirete di casa farà caldo, un caldo dal quale potrete sommariamente salvarvi solo se siete vestiti a strati e, per contro, quando crederete a quel pallido sole che sembra promettere un confortevole tepore vi ritroverete ad inspirare gelo ed espirare pezzettini di ghiaccio che si frantumeranno silenziosamente per terra. Così, cari miei, vi,inevitabilmente ed inesorabilmente ammalerete. Passerete giorni interi a soffiarvi il naso e a ricercare nelle pubblicità dei medicinali una nuova innovativa ed infallibile soluzione…
Conosco gente che si ammala solo durante i cambi di stagione; loro starnutiscono e tu sai che il solstizio, o l’equinozio che sia, si sta avvicinando e allora cominci a riesumare tutte quelle cose che pensavi di non usare più fino alla piena stagione, ma che poi finisci per recuperare, dicendo “amen, tanto non so cosa mettermi” non tanto per questione di stile, tanto quanto per pura e necessaria sopravvivenza.
Il guaio è quando il tuo “stagiono metro” personale non c’è, allora non sai come sta, se ha mal di gola, quanto spesso starnutisce o se è già passato alla fase misdraioalettoenonmialzopiùspostatemidipeso. Allora decido di chiamarlo, risponde con una voce nasale: sai di essere fregato

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